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Arengo, stop agli affitti senza contratto

L’Arengo dice basta agli affitti di locali comunali senza contratto, così come prova a dire stop all’utilizzo gratuito di immobili dell’ente, ed ora si è dato il via al confronto con i vari utilizzatori, perlopiù associazioni.

Linea dura, dunque, sulla questione affitti senza regolari accordi scritti. Un discorso che ora tira in ballo in particolare tutte quelle associazioni che attualmente e da diversi anni utilizzano locali comunali ma che non pagano canoni di affitto o addirittura non hanno alcun rapporto contrattuale. Ed ora, come detto, l’assessorato al patrimonio ha iniziato i confronti, secondo una calendarizzazione, con tutti quei soggetti che utilizzano locali di proprietà del Comune, pe

r chiarire ogni singola posizione e, soprattutto regolarizzarla. Il giro di vite della spending review e i costi da recuperare, agganciati anche ad una revisione normativa che pone il Comune di fronte ad una formalizzazione obbligata di tutti i rapporti per la concessione in uso del proprio patrimonio, con la Corte dei conti alla finestra, non lasciano spazio ad alternative.

In tal senso, la prima fase, ovvero quella antecedente ai confronti, aveva visto gli assessori Silvestri (al Patrimonio) e Gibellieri (al Bilancio), mettere a punto la mappa di tutte le situazioni da andare a chiarire, per poi passare alla regolarizzazione di tutte le posizioni in essere, da quelle senza un contratto a quelle di canoni non pagati o addirittura non previsti. Un discorso che, come detto, va a colpire soprattutto quelle associazioni che rappresentano, sì, una risorsa per la città, ma che non possono più utilizzare gratuitamente locali comunali.

Un percorso, quello delle regolarizzazioni, che anche in questi giorni si sta portando avanti, con questi confronti chiarificatori prevalentemente con associazioni cittadine, anche importanti, che ora non potranno più beneficiare gratuitamente e senza un contratto degli spazi messi a disposizione dall’ente. Un boccone difficile da far digerire a tutte quelle realtà locali che operano anche per il beneficio del territorio, ma non possiamo esimerci dall’adeguare la situazione. Questa linea dura, di fatto, è dettata dalla normativa vigente e dalla sempre più ineludibile necessità dell’ente di rinunciare a canoni di locazione che consentano di tenere botta sul fronte della manutenzione del patrimonio.

Su questa mappa degli affitti non regolari figurano situazioni nelle quali non esiste neppure il contratto d’uso e si sta dunque cercando di sistemare tutta la questione dal punto di vista sia formale che economico, considerando che non sarà più consentito neppure accettare la formula dello scomputo dai canoni di affitto degli eventuali lavori effettuati dall’inquilino sugli immobili concessi. Un vero e proprio giro di vite, dunque, sulla concessione dei locali o degli immobili comunali gratuitamente o a costi bassissimi. Considerando che si stanno anche sollecitando i pagamenti da parte di chi usufruisce di locali o strutture, sia per le eventuali sedi di associazioni che per qualche impianto sportivo, ma non ha ancora provveduto in tal senso o lo fa con notevoli ritardi.

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