Il caso dell'illuminazione discusso in Consiglio. Confronto tra Ameli e Tega
Il caso dell’illuminazione di Ascoli con lampade a led è stato affrontato, questo pomeriggio, in consiglio comunale. Il capogruppo consiliare del Pd, Francesco Ameli, ha letto in aula la sua interrogazione che poneva una serie di circostanziate domande per capire come nasce questo intervento di sostituzione delle lampade, gli aspetti economici e finanziari, come si intenda tutelare il centro storico ed altri quesiti tecnici e non solo. Poi Ameli ha concluso sostenendo che “va bene cercare di ridurre l’inquinamento ambientale ed ottenere un risparmio per il Comune, ma senza però deturpare la bellezza della città”.
E’ stato, quindi, l’assessore ai lavori pubblici, Valentino Tega, a rispondere all’interrogazione.
“Con quale atto si è proceduto? – ha esordito Tega - Con la delibera di giunta del 7 dicembre 2014 sulle linee guida per la riqualificazione dell’illuminazione pubblica. Sulla base di un apposito studio che ha tra i punti qualificanti proprio la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a led, con proiezione verso il basso, coerentemente con direttive europee e legge regionale”.
“I piani economici e finanziari dell’operazione – ha aggiunto l’assessore - scaturiscono da accordi in contraddittorio tra Ascoli servizi comunali e Amministrazione. L’operazione è stata ritenuta economicamente conveniente considerando che solo per il consumo di luce il Comune pagava 1.250.000 euro più iva, quindi 1.450.000 euro. Ora andremo a pagare ogni anno 950 mila euro. Quindi 350 mila euro in bolletta in meno, più il costo di 4 dipendenti dell’Ascoli servizi per un risparmio totale di circa 600 mila euro annui. L’azienda che realizzerà l’intervento farà un investimento, di circa 3,8 milioni per 11.700 punti luce, con lampade di altissima qualità di ditte leader come la Neri e la Guzzini. Tutte nel rispetto delle norme in materia”.
Riguardo la richiesta di Ameli su eventuali controlli e sopralluoghi, l’assessore ha risposto che “da controlli effettuati per verificare i lumen a terra, abbiamo riscontrato un ampio 10 per cento in più rispetto a quanto richiesto dalla normativa. L’intervento, inoltre, è sicuramente compatibile con il Piano regolatore in quanto riguarda semplicemente la sostituzione delle lampade e non dei pali. Nel montare i nuovi corpi illuminanti, la ditta è anche intervenuta sostituendo i cavi per mettere a norma e in sicurezza la parte dell’impianto più obsoleta”. E sulla questione della scarsa illuminazione Tega ha aggiunto: “Sui lux precedenti, avevamo un situazione con una sostanziale uniformità, per circa 150 watt a lampada. Quando in giunta abbiamo approvato le linee guida e la perimetrazione della pubblica illuminazione è stato fatto anche un intervento sull’impiantistica stradale, dividendo le vie per importanza e per ogni classificazione si è deciso di ricorrere ad un certo livello di lumen secondo le zone. Più alto per le vie più trafficate da auto e pedoni, più basso nelle altre. Noi siamo intervenuti innanzitutto perché l’impianto non era a norma con l’inquinamento luminoso notevole, specie a Monticelli, Porta Maggiore e centro storico, con luce che andava spesso verso l’alto. Ora si è dovuto intervenire rispettando le norme con luce monodirezionale verso il basso”.
L’impianto è stato collaudato? – ha chiesto Ameli. “No, non è stato ancora collaudato perché sono ancora in corso i lavori di sostituzione e il collaudo avverrà alla fine. La Soprintendenza? non è stata interpellata, perché nelle maggiori piazze o nelle zone con monumenti verranno mantenute le luci già esistenti”.
“Penso che in questa fase – ha concluso Tega - un risparmio di 12 milioni di euro, pari a 600 mila euro all’anno per 20 anni, non sono trascurabili, ma aldilà del lato economico c’è soprattutto un discorso di minor inquinamento ambientale. E ci adeguiamo alle normative”.
Ameli, in risposta, si è dichiarato non soddisfatto spiegando che si sarebbe aspettato “una maggiore attenzione per il centro storico. L’illuminazione – ha detto il capogruppo del Pd - dà anche un’identità alla città. Questo è mancato in questa progettazione, visto che non è null’altro che una sostituzione di lampade. Noi trasformeremo l’interrogazione in mozione per chiedere un impegno per andare a monitorare centro storico e periferia… L’illuminazione a led è fondamentale, ma così è fatta male. Faremo anche un’altra interrogazione sugli aspetti economici della questione, per sapere le capacità gestionali delle ditte. A Monticelli – ha concluso Ameli - ci sono zone sopra il viale centrale che erano già scarsamente illuminate e ora c’è il rischio che si vada ad aumentare il degrado sociale”.
E Tega ha replicato che “l’Amministrazione con l’impresa ha concordato che prima si dovevano cambiare le luci, poi si interverrà punto per punto nelle zone meno illuminate, dopo appositi sopralluoghi”, mentre in centro “interverremo con i sottogronda, come in piazza Ventidio Basso, dove c’è il led, ma dall’alto c’è un’illuminazione un po’ più larga che permette una visione più completa dei monumenti”.