Rivoluzione dei mercati ad Ascoli, via le bancarelle da piazza Arringo
Il dualismo monumenti-bancarelle trova un nuovo spazio per il dibattito tra le componenti cittadine che spaziano dalla cultura al commercio. Un dibattito che si riapre alla luce del nuovo Piano dei mercati ambulanti ascolani che porterà ad uno stop definitivo alle bancarelle nelle principali piazze cittadine. L’Arengo ha dunque deciso di lasciare spazio, in piazza Arringo (e naturalmente in piazza del Popolo), ai turisti e alle loro foto, ai monumenti e al loro fascino, alla storia e alla cultura rispetto alla tradizione dei mercati. Anche se gli ambulanti, sul fronte opposto, non ci stanno.
Una rivoluzione in arrivo che vedrà le bancarelle fare un passo indietro rispetto alle due piazze principali, trovando spazio, invece, in nuovi spazi come quello della riqualificata piazza Ventidio Basso. Ma su questa direttrice si muoverà tutto il Piano dei mercati che, di fatto, è già definito a parte qualche dettaglio. L’indirizzo base, dunque, sarà quello di andare a rivitalizzare quelle zone che devono essere valorizzate, specie dopo una riqualificazione, all’interno del centro storico. Così, oltre alla zona ex Carisap ed a largo Crivelli, con le bancarelle tornate dopo un periodo di trasferimento per i lavori, l’idea è quella di andare a trasferire parte del mercato nella zona della rinnovata piazza Ventidio Basso, considerando anche le eventuali vie del quadrilatero a nord del cuore cittadino, come via Ceci e parte di via D’Ancaria. Ma anche in questo caso, ci si è già mossi cercando di correggere il tiro laddove, ad esempio, i banchi degli espositori sono stati spostati dalla zona intorno all'abside della chiesa di San Francesco, al fine appunto di mitigarne l'impatto sui monumenti, con l'obiettivo principale di lasciare libera l'intera area intorno all'abside (la prima sperimentazione è stata attuata già in occasione dei lavori di rifacimento delle pavimentazioni stradali di via Ceci e via D' Ancaria). Le stesse riflessioni, inoltre, saranno fatte per il mercato di piazza Roma, cercando di non “invadere” dal punto di vista visivo lo scorcio della chiesa della Scopa.
I