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Al Ventidio Basso c'è "La sagra della primavera" con Sieni


Direttore della Biennale Danza di Venezia, punto di riferimento della danza italiana per il suo stile inconfondibile e per la altissima poeticità delle sue coroegrafie, Virgilio Sieni con La sagra della primavera, capolavoro di Stravinskij, debutta in prima regionale sabato 28 novembre al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, preceduta da un Preludio su musica di Daniele Roccato. Lo spettacolo inaugura la sezione dedicata al contemporaneo della stagione promossa dal Comune di Ascoli Piceno e dall’AMAT, realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il sostegno di BIM Tronto.

In occasione dello spettacolo il danzatore Davide Valrosso della Compagnia di Virgilio Sieni terrà una masterclass gratuita, domani, 28 novembre a teatro dalle ore 15 alle ore 16.30, per gli allievi delle scuole di danza della città.

“Ho scelto di frequentare la musica di Igor Stravinskij e l’universo del rito - afferma Virgilio Sieni - con l’intento di iniziare un cammino nella frammentazione e la composizione del corpo coreografico, per intravedere il luogo che si presenta al rito nell’oggi del corpo. Mi piacerebbe che la coreografia guardasse al primitivo come forma leale di scavo verso la propria archeologia, un’archeologia di ossa, allineamenti sottili, corrispondenze neurali, muscolari, tendinee, molecolari, fatti che ci danno al mondo: in questo senso il tema della danza diventa urgente in quanto si pone come avamposto sul territorio delle abitudini; il gesto che nasce dall’ascolto dell’ambiente interno e esterno accenna dunque a quell’ignoto che scorre ai bordi della nostra vita. Danzare la Sagra rappresenta infine un’opportunità per rovesciare alcuni modelli colonialisti della coreografia occidentale, dove il rito appare esclusivamente come forma barbara. Nel processo sofisticato che porta l’uomo ad uno spostamento nella radura del margine e della soglia, verso il primo passo nel nuovo mondo, o comunque in un mondo che risorge nuovo alla messa in opera del corpo, proprio in questo spostamento, viene chiesto ai dodici interpreti di originare i movimenti da un continuum di risonanze e di stratificazioni ritmiche. L’arcipelago che appare nell’estrema articolazione e scansione di più livelli ritmici che coesistono alla musica, apre ad una fessurazione continua affinché lo sguardo di chi osserva si abbandoni alla foresta di gesti. In questo luogo costruito da centinaia di traiettorie, il sacrificio riunisce intorno a sè una comunità di danzatori che cerca di superarsi nel cogliere, tra intuito e struttura, rito e gioco, l’elemento della durata. La proposta di una danza che ricerca le risonanze ritmiche dislocandole in infiniti punti del corpo e dello spazio sarà il vero luogo che ogni danzatore si troverà a frequentare, reinterpretando il sacrificio come forma epifanica e morale del bene comune, la consapevolezza di un corpo altro, di un corpo che si dà per margini e soglie, per gesti di liberazione. Già Vaclav Nizinskij anticipa la trasmigrazione per cellule di un movimento da un danzatore all’altro, lasciando emergere il senso profondo dell’individuo nella comunità. Proprio la comunità, qui è chiamata a creare il luogo del rito depositando le fitte trame di danze soprammesse tra donne e uomini, affacciandosi nella sfera dei sensi e nella naturalezza di un corpo indicibile, di una coreografia che non vuole lasciarsi afferrare ma solo toccare con mano". Biglietti 15 euro, ridotti 10 euro. Per informazioni: biglietteria del Teatro Ventidio Basso 0736 244970.

Inizio spettacolo ore 20.30.

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