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Università, il Cup sarà chiuso. E la Provincia saluta lasciando in dote gli uffici di via Tornasacco


Cronaca di una “morte” annunciata. Il Consorzio universitario piceno sarà chiuso. Con la Provincia che, comunque, uscendo insieme al Comune di Spinetoli, cederà all’agonizzante consorzio gli uffici di via Tornasacco (valore 350 mila euro) e dovrà pagare un altro milione di euro circa secondo una rateizzazione dal 31 dicembre 2015 al 30 giugno 2017. Restano soci, invece, il Comune di Ascoli con il 61%, quello di San Benedetto con il 33% , l’Unione Comuni della Vallata con il 3,33% e il Comune di Folignano con l’1,6%. Ma resta un dubbio: se poi il Cup, come preannunciato anche attraverso un apposito protocollo d’intesa, sarà chiuso, a chi finiranno i locali di via Tornasacco? Si procederà con un’asta, dopo che la Provincia ha già provato inutilmente a venderli? Oppure passeranno al socio di maggioranza, ovvero il Comune di Ascoli?

Tutte riflessioni che affiorano dopo l’odierna assemblea che di fatto preannuncia la fine del Consorzio universitario piceno.

“Quella di oggi è stata un’assemblea di grande importanza – afferma il sindaco Castelli attraverso un comunicato stampa -. Abbiamo preso atto della fuoriuscita della Provincia di Ascoli dal Consorzio, motivata alla luce della legge 56 di riforma delle Province. Ma la fuoriuscita è anche del Comune di Spinetoli. Quindi, abbiamo riclassificato le percentuali di partecipazione degli enti residui al consorzio stesso. La tecnica che abbiamo usato è stata di quella di svalutare il valore delle quote e senza esborsi ulteriori, di accrescere il valore percentuale della partecipazione degli enti che hanno ritenuto di mantenere in vita il Consorzio Universitario Piceno”.

“La seconda cosa che abbiamo fatto – prosegue Castelli - è stata gestire la problematica riferita alla Provincia che era morosa e debitrice di una somma verso il CUP pari a 1.534.000 euro. Per cui, abbiamo previsto una scansione temporale per il rientro da questo debito e anche una modalità di saldo particolare. La Provincia, infatti, si impegna a cedere per un valore di 350 mila euro l’immobile di via Tornasacco, che attualmente ospita alcuni uffici provinciali, e che quindi entra nel patrimonio del Consorzio. La metodologia è stata validata dalla Corte dei Conti. Poi, ci sono i ratei al 31/12/2015 di 220mila euro, al 30/06/2016 di 440mila euro, al 31/01/2017 di 262mila euro e al 30/06/2017 sempre di 262mila euro. Ill 22 dicembre ci sarà il Consiglio che approva la nuova ripartizione consortile”.

“Abbiamo anche approvato – conclude Castelli – anche un Protocollo d’intesa che di fatto, considerato che ormai sono rimasti i Comuni di Ascoli e di San Benedetto nel CUP, impegna a sviluppare uno studio per capire se le relazioni con l’Università, che attualmente passano attraverso la formula consortile, non sia il caso di superarla come forma, prevedendo una contrattualizzazione e un rapporto diretto tra Comuni e Università”. In pratica, si è approvato un ordine del Giorno per cui potrebbe essere giusto e utile, sempre con la salvaguardia del personale (qualcuno si è già sistemato altrove, ad esempio all’Arengo), superare la stessa forma del Consorzio”. In parole povere, il “de profundis” per il Cup.

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