Intervista a Luigi Contisciani: "Se siamo uniti, non ce n'è per nessuno..."
Luigi Contisciani, Presidente del Bim Tronto nonché Presidente dell’assemblea nazionale di Federbim, è uno di quegli uomini – sempre più rari - che sanno sempre fare un passo indietro per anteporre i fatti alla visibilità, le azioni concrete alla passerella. Basta parlare qualche minuto con lui, a quattr’occhi, per recepire la grande passione, l’entusiasmo e il voler fare che quotidianamente lo spingono, da dietro la sua scrivania in via Alessandria, ad Ascoli, a ricercare i canali della concretezza, aldilà delle parole. Non una parola spesa per mettersi in primo piano, ma tante sottolineature per evidenziare i risultati portati a casa per il territorio, dal mare alla montagna. Un territorio che ama come se stesso. E passerebbe ore ad elencare bandi, progetti e idee usciti dai cassetti del Bim (che sotto di lui è cresciuto esponenzialmente) per tradursi in opportunità e sinergie positive. Infervorandosi soprattutto quando il pensiero va ai giovani e alle loro difficoltà occupazionali.
Ora sta a lui, in questa intervista in proiezione futura, su quello che sarà questo 2016, lanciare qualche messaggio e spendere parole per il territorio e le sue prospettive.
Presidente, che anno sarà questo 2016 per il Piceno?
Sarà un anno in cui arriverà qualche segnale di ripresa, perché di carne a cuocere ce n’è tanta. Basti pensare al passaggio più importante, quello della chance sulla proposta dell’area di crisi, nella speranza che venga accolta dal Ministero. Ripeto, si intravvedono piccoli segnali di ripresa, con alcune industrie locali che tengono botta e cercano anche personale, seppur con numeri ancora contenuti. In più, questo sarà l’anno per puntare con convinzione sui progetti per beneficiare dei fondi strutturali europei, in particolar modo in settori come l’agricoltura.
E che 2016 sarà, invece, per il Bim Tronto?
Sarà un altro anno di progetti e investimenti concreti, secondo le nostre linee guida che ci stanno spingendo a puntare sempre più su agricoltura, agroalimentare e turismo, pur mantenendo il nostro impegno anche sugli altri settori che da sempre abbiamo sostenuto. Ed anche sul fronte dei fondi del Piano di sviluppo rurale e del Gal, noi potremmo integrare le dotazioni per i progetti delle aziende agricole o dei comuni, per far sì che vengano approvati… Inoltre, continueremo a lavorare sul discorso del Consorzio energia piceno, per un aspetto che può essere rilevante per le aziende e per il risparmio energetico, cui stiamo lavorando con esperti del settore. Poi c’è anche l’investimento che stiamo facendo, ovviamente, anche sull’acqua, che è la nostra fonte di sostentamento. E’ dall’acqua che ci arrivano i fondi per il nostro bilancio: ebbene, entro febbraio partiranno le case dell’acqua ad Ascoli e nella vallata del Tronto. Senza dimenticare quanto si sta facendo per la riduzione dell’impatto ambientale. Comunque, per garantirci una possibilità di ripresa occorre crederci e lavorare sodo, ma soprattutto occorre fare rete in tutti i settori. Sia per investire di più e meglio, sia per affacciarci anche sui mercati internazionali con prezzi e prodotti competitivi, garantendo un valore aggiunto al territorio. E’ proprio vero: è l’unione che fa la forza…
Sul sistema delle reti, in effetti, i fatti le stanno dando ragione…
Sì, è così. Occorre creare sinergia sul territorio. E’ fondamentale. Noi, come Bim, ci siamo fatti promotori della rete del travertino: un progetto che ci sta dando grandi soddisfazioni, andando anche oltre le più rosee aspettative. Ci abbiamo creduto ed ora i risultati ci danno ragione. A questo punto, bisogna essere bravi ed organizzarsi per rispondere alle numerose richieste che pervengono quotidianamente… Ma il sistema della rete lo stiamo sperimentando anche con il consorzio agropastorale per agricoltura e forestazione, anche qui con prospettive decisamente incoraggianti. Infine, sul turismo, con il progetto “Dmo Terre del Piceno”, siamo riusciti a mettere insieme, per la prima volta, addirittura 500 strutture ricettive ed ora ci muoviamo per promuovere congiuntamente le potenzialità del territorio.
Quali potranno essere, se ci saranno, le novità positive di questo 2016? Quali i settori che faranno rilevare un segno “+” nell’analisi dell’economia locale?
Mi ripeto: turismo, agricoltura e agroalimentare possono offrire grosse opportunità, soprattutto mettendo a regime le piccole e medie imprese di questi settori per farle conoscere meglio, con l’obiettivo comune di valorizzare aziende e territorio. Per carità, il discorso manifatturiero resta un riferimento, ma purtroppo sembra cedere il passo e il futuro oggi strizza l’occhiolino ad agricoltura e turismo. Noi, in questo senso, dobbiamo saper vendere tutto il nostro territorio, non un singolo posto. Il discorso della rete vale anche per il sistema Piceno. Nel turismo, come detto, stiamo mettendo in rete tantissime realtà proprio per essere pronti ad affrontare un mercato globale unendo gli sforzi e i servizi, dalla promozione alle card ed agli itinerari. Se poi pensiamo alla richiesta per l’agroalimentare, la costante crescita è sotto gli occhi di tutti. I segnali sono decisamente positivi e c’è tanto da fare.
In termini di previsioni, per il Piceno vede possibili percentuali di crescita o ancora numeri in negativo? Che sarà dell’occupazione?
Secondo me un’inversione di tendenza, in alcuni settori, ci sarà. E penso proprio al turismo dove possiamo giocarci tanto soprattutto adesso, dove sempre più turisti cercano città piccole, belle e tranquille come le nostre. In un contesto in cui l’offerta è completa: dalla città d’arte alla montagna ed al mare. Per parlare di numeri positivi, sicuramente, ancora è presto, ma vediamola in positivo, magari a medio e lungo periodo. Si può tanto per una ripresa basata sulle potenzialità del nostro territorio e ci sono tanti giovani che hanno le capacità e devono osare. Anche nell’entroterra dobbiamo ricreare le condizioni per far tornare quelli che sono andati via.
A proposito di giovani, che scenario vede per i giovani del territorio? E che ruolo avrà la formazione?
I giovani devono lanciarsi non spettare il posto fisso, mettersi in gioco. Formazione sempre più, noi stiamo mettendo a regime travertino piceno. Ora aprire una scuola del travertino. Agricoltura c’è agraria, su alcun settori, vogliamo restare tipo scalpellino, per evitare che certi mestieri si estinguano. Il lavoro in certi settori dove ci stiamo muovendo c’è, ci sono richieste ma dobbiamo farci trovare pronti.
Prevede, per questo 2016, qualche nuova emergenza all’orizzonte?
Mi auguro di no. Peggio di così…
E la politica che ruolo può ancora avere per la ripresa del territorio?
Potrebbe fare tanto. Penso che se è lungimirante e guarda con attenzione al futuro del territorio, si possono creare tante opportunità. Se, invece, guarda solo al piccolo orticello, non fa rete a vantaggio del cittadino, si rischia di penalizzare ulteriormente una situazione già difficile. Faccio un esempio per il discorso dei progetti per ottenere finanziamenti: finché non si rema tutti dalla stessa parte e non si collabora, in rete, in sinergia, a questo territorio resteranno solo le briciole.
Torniamo al punto di partenza: l’area di crisi. Bisogna crederci o c’è il rischio di un’altra illusione?
Se effettivamente viene approvato, il discorso dell’area di crisi, con 20 imprenditori pronti ad investire, può rappresentare un concreto trampolino per rilanciare la nostra economia. Può essere importante anche per le piccole attività locali e per i piccoli artigiani che potrebbero supportare le nuove aziende con forniture importanti. In questo modo, tutto l’indotto potrebbe crescere esponenzialmente.
Un messaggio finale per questo anno appena iniziato?
Se siamo uniti, non ce n’è per nessuno. Economia, politica, istituzioni e tutto quello che ruota attorno devono fare squadra per valorizzare le importantissime potenzialità del nostro territorio. Ripeto, se si procede uniti, non ce n’è per nessuno…
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