Consiglio comunale rovente. Via libera alla vendita della Piceno gas
In una seduta consiliare che si infiamma, con toni surriscaldati, il Consiglio approva la delibera che dà il via libera alla vendita delle quote di Piceno gas vendita.
Ecco gli stralci degli interventi in aula sulla delibera dell’alienazione della società.
Trenta, di Forza Italia, chiede di sospendere la delibera ricordando la propria interrogazione di ottobre, dichiarandosi non soddisfatto delle risposte e annuncia tre esposti.
Il consiglio comunale vota contro il rinvio della delibera.
Il sindaco Castelli: “Nel piano di razionalizzazione delle partecipate che abbiamo dovuto fare, ci siamo soffermati in particolare su alcune normative che la finanziaria prevedeva. Il sindaco deve predisporre un Piano e dettaglia le partecipazioni da alienare in quanto non strettamente indispensabili per le finalità dell’ente. C’è un articolo che stabilisce che ogni sindaco debba avviare un processo di razionalizzazione tenendo conto dell’eliminazione società non indispensabili per le finalità dell’ente. Noi abbiamo tre partecipazioni importanti: la Piceno gas distribuzione, società interamente comunale che detiene la rete del gas, la Piceno gas vendita che commercializza il gas e l’Ascoli servizi comunali. Chi dice non vendete la società del gas, intende quella che gestisce la rete delle tubature del gas… E siamo d’accordo. La rete ce la teniamo stretta, anche se è prevista dalle normative nazionali una gara per un gestore unico e noi parteciperemo. Sulla Piceno gas vendita aderiremo all’invito del Governo nazionale trattandosi di società che commercializza. E’ stata un’intuizione brillante col gas in espansione che ha portato dividendi importanti. Ora abbiamo colto il momento per valorizzare al massimo questa dismissione. Il mercato del gas varia in base alle strategie e questa società può essere messa sul mercato con una valutazione importante. Il prezzo di vendita a base d’asta non solo è si basa sulla perizia giurata, ma anche su una media ponderata degli ultimi prezzi di aggiudicazione del gas. Abbiamo inserito quindi un sovrapprezzo. E noi abbiamo anche chiesto delle garanzie a chi acquista”.
Giancarlo Luciani Castiglia: “E’ una decisione di fondamentale importanza per la città. Ma voglio capire come è stato deciso e sulla base di quali elementi. Sulla base del Piano di razionalizzazione? Ma non si parla di obbligo della vendita, nel decreto governativo. L’importante è il contenimento della spesa, la razionalizzazione. L’idea non è quella di vendere per forza, ma di razionalizzare i costi. La Corte dei Conti ha bocciato il Piano del Comune per problemi sostanziali. La relazione – dice la Corte dei Conti - dovrebbe presentare un quadro analitico di ogni società. La Corte dei Conti dice che la scelta della dismissione non è ponderabile. Il problema è che si vende Piceno gas vendita per problemi finanziari. E’ una scelta scellerata”.
Umberto Trenta: “Vorrei sapere chi ha fatto la perizia di valutazione della società. Un tecnico incaricato dalla Piceno gas? Comunque, ho presentato tre esposti a prefetto, procura e Anac…
Francesco Ameli: “Perché vendere la Piceno gas? O non produce utili e non ha senso di esistere, o serve per ripianare il bilancio o, se è in attivo, dobbiamo chiederci perché si vende. Anche stavolta dobbiamo svendere i nostri gioielli per salvare il bilancio. Ed è un processo avviato da tempo. Abbiamo svenduto l’Ascoli servizi comunali, così come è accaduto con i parcheggi… E’ solo una boccata di ossigeno che non basterà… Magari poi ci dovremo vendere anche quest’aula consiliare…”
Massimo Tamburri: “Noi invitiamo i consiglieri di maggioranza a ragionare su questa vendita. E’ un fatto storico e noi volevamo chiedere uno slittamento di questa decisione perché molti cittadini non sanno nemmeno di cosa si stia discutendo. Si tratta di una società che produce utili, senza contare anche le sponsorizzazioni che vengono distribuite sul territorio, in cambio di una somma che spenderemmo adesso. Quanti soldi ha incassato nel frattempo il Comune dal gas? Qui stiamo parlando di cose pubbliche e ci stiamo giocando una rendita per le prossime generazioni di cittadini… Si tratta di reddito costante e sicuro e andrebbe valutata un po’ meglio. Anche pensando di temporeggiare un attimo. Fondamentalmente, è un’attività con rendita stabilita per legge… Quindi facciamo questo per poi far guadagnare un privato, come accade con la Saba? A meno che non ci si venga a dire che il Comune è sull’orlo del fallimento… Pur considerando la politica del governo nazionale che strangola gli enti locali, è grave se ci si ritrova addirittura a dover vendere questi beni pubblici importanti”.
Giacomo Manni: “Noi non vorremmo rivivere quello che è successo con la Saba. Qui siamo ancora in tempo, riflettiamoci bene. L’articolo non obbliga a vendere, ma parla di riduzione della spesa e di eliminare partecipazioni societarie non indispensabili, anche con accorpamenti. Non siamo obbligati a vendere la Piceno gas vendita: semmai potevamo accorparla alla Piceno gas distribuzione. Mentre ci sono altre società o partecipazioni da sopprimere come Aereoporto del Tronto, Start plus, Piceno consind. E mantenere il 10 per cento equivale a non avere nulla… E tra l’altro, tra quelle interessae c’è una società che partecipa che è di un altro Comune… Perché non si fa, invece, una multiutility territoriale? I cittadini un domani avranno un call center che risponde e poi quando una famiglia non potrà pagare, verrà staccato il gas senza alcun problema. E comunque la società ha anche sponsorizzato eventi e attività sociali sul territorio. Col privato questo non ci sarà…”.
Roberto Allevi: “Sindaco, lei molto spesso scarica le colpe di qualsiasi cosa sulla Provincia. Ma sarebbe a volte apprezzato un richiamo alla verità. Provo amarezza perché mi sento un po’ responsabile di questa situazione, perché tutto nasce dalla scelta di risolvere, nel ’98, il contratto con chi gestiva il servizio dando la possibilità al Comune di incassare in questi anni, diversi miliardi di lire con il gas. Ora questa vendita è una scelta, non un obbligo. E’ una scelta per tamponare le difficoltà economiche dell’ente in questo momento. Pensate a cosa succederà in futuro alla nostra città…”.
Valentina Bellini: “Noi vogliamo capire il perché di questa scelta. Un bravo amministratore posto che si tenga a questo gioiello e che la vendita non è un obbligo di legge, dovrebbe salvaguardarlo. E le sponsorizzazioni sul territorio, ci saranno ancora? Vendiamo la società per quali prospettive? Se questa società è stata spesso indicata come elemento virtuoso, perché ora ci rinunciamo? Sembra quasi che si dica: ci dobbiamo sbrigare perché più prendiamo e meglio è… Forse per tappare qualche buco? Forse non si vuole procrastinare per problemi di liquidità?”.
Il sindaco Castelli: “Piceno gas vendita nasce nel 2003, l’ottimo Tega se la inventa e dal quel giorno non c’è anno o bilancio in cui il Pd non individui nelle società partecipate il male oscuro di questa maggioranza. Bisogna recuperare razionalità e logica. Allevi ha fatto il sindaco, lui sa che Piceno gas vendita commercializza gas, con cinque dipendenti, non ha niente a che vedere con la rete. Fu un’ottima intuizione all’epoca, ma ora il fatto di venderla bene di fronte al mercato attuale è un’opportunità. Anche nel must di Bersani si parla di liberalizzazione, ma solo con Spa che hanno una grande forza. Noi ci guardiamo bene dal cedere le società che attengono al patrimonio essenziale dell’ente, in questo caso, la società proprietaria dei tubi, delle reti. La ragione per cui non si sono create aggregazioni municipali è perché si sono registrate solo in quelle zone dove è forte il coagulo politico. Da noi non c’è stata questa possibilità. Vi faccio avere il testo unico in materia per capire come si sti indicando di andare verso la dismissione… La nostra forza sta nei tubi, nella rete: chi vuole vendere gas passa attraverso quei tubi e paga. Poi c’è la nostra multiutility, Ascoli servizi comunaoi, ma come mai chi non vuole che si realizzi la sesta vasca a Relluce, oggi si preoccupa di proteggere i gioielli di famiglia? Noi ci apprestiamo a cedere il 45% della società e se poi noi vogliamo possiamo anche rimanere proprietari della maggioranza. Non è un obbligo. Tra l’altro, chi parla della vendita dei gioielli di famiglia è la stessa che critica la Piceno gas vendita sulle bollette pazze”.
I toni si surriscaldano…
Francesco Ameli: “Non è stata data alcuna risposta chiara circa la necessità di voler vendere la società. Andiamo solo a dare piccole boccate di ossigeno ad un bilancio fallimentare. Ora il sindaco ci dice che forse venderemo il 45 per cento… e torna a parlare di discariche quando non c’entrano nulla con il gas. Saremo costretti a denunciare quanto accaduto oggi nelle sedi più opportune. E dalla maggioranza, su un tema così importante, non c’è stato un solo intervento”.
Giacomo Manni: “Il problema di questo territorio è che non si è mai riusciti a fare massa per campanilismo, dietrologia politica… e ora si paga lo scotto. Anche sulla discarica, prima del centrosinistra, per cinque anni c’è stato Celani… La vendita della Piceno gas vendita, ripeto, non è obbligatoria. Basta rileggere la norma in questione. Comunque, chi verrà dopo, che cosa farà ritrovandosi un debito colossale? Questa scelta avrà effetti sulle prossime generazioni…”.
Cesare Celani: “In un campo che è a noi sconosciuto come quello della vendita del gas, c’è stata l’intuizione di un assessore che è stato molto attento e che oggi ci fa riflettere e discutere su questa cosa: oggi ci siamo trovati un patrimonio fluttuante, commerciale, che non sta nelle finalità di un Comune. Oggi nel settore, tutti vendono qualcosa di abbinato, come energia insieme a gas ed altro. Noi non siamo pronti, perché siamo piccoli. Ed allora oggi se questo patrimonio ha un valore importante, non credo che questa situazione potremmo ritrovarla tra qualche anno. Queste somme che si incasseranno, poi, dovranno essere assolutamente spese per investire sul futuro… Non sono d’accordo nemmeno per tenere il 10 per cento, come Comune, perché credo che la nostra vocazione non sia più quella. Il mercato ci dice: dovete vendere…”.
Arriva il voto conclusivo, con la maggioranza che delibera di cedere le quote della Piceno gas vendita.