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Maxi-multa europea, Arengo al Tar contro il Ministero


La questione della maxi-multa europea per la vasca di prima pioggia all'ex Carbon ora finisce sul tavolo del Tar del Lazio. A ricorrere è l’Arengo, contro il Ministero dell’economia, proprio per questione della maxi-sanzione europea che pende come una spada sulla Regione e, a questo punto, anche sul Comune ascolano, tirato in ballo proprio dal Ministero per il rimborso del pagamento finora effettuato per 776.017,10 euro sulla base della sanzione stabilita in circa 400 mila euro ogni sei mesi.

La decisione dell’Amministrazione comunale ascolana di ricorrere al tribunale amministrativo laziale è dettata dalla volontà di annullare il provvedimento con il quale il Ministero dell’economia e delle finanze, sul presupposto della responsabilità solidale del Comune di Ascoli e della Regione Marche, ha esercitato l’azione di rivalsa nei confronti di entrambi gli enti territoriali per le “violazioni degli obblighi del diritto dell’Unione europea con riferimento alla sentenza della Corte di giustizia del 2 dicembre 2014”. In parole povere, dopo aver anticipato i soldi, ora il Governo li richiede a Regione e Arengo. E in tal senso, la notizia colpisce l’ente comunale come un fulmine a ciel sereno, visto che secondo quanto finora sottolineato dal sindaco, l’azione di rivalsa avrebbe dovuto riguardare solo l’ente regionale.

Il procedimento ministeriale per la rivalsa è arrivato, attraverso una inaspettata e-mail, a Palazzo Arengo nello scorso mese di aprile, con l’Amministrazione che, valutata la situazione, ha quindi deciso di ricorrere al Tar del Lazio per opporsi. Nel provvedimento, il Ministero dà atto che per dare esecuzioni alla sentenza della Corte di giustizia europea (che riguarda più amministrazioni locali) lo Stato ha provveduto a pagare l’importo iniziale di 40 milioni di euro a titolo di anticipazione, salvo rivalsa a carico degli enti responsabili delle violazioni censurate. Ha, quindi, ritenuto responsabili in solido il Comune di Ascoli e la Regione Marche per l’area nel sito ex Carbon e ora, come detto, chiede un importo di quasi 800 mila euro.

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