Tassa sugli scavi, scontro al Tar tra Telecom e Arengo
Scontro al Tar in arrivo, per l’Arengo, sul caso della “tassa sugli scavi”. A portare l’Amministrazione comunale di fronte ai giudici amministrativi di Ancona è la Telecom che chiede l’annullamento delle tariffe da pagare al Comune in relazione ai vari scavi che dovrà effettuare in città d’ora in avanti. E nel caso in cui il Tar dovesse dare ragione alla compagnia telefonica, l’ente comunale si ritroverebbe con uno squilibrio di bilancio da colmare.
Per la precisione, la Telecom, ha deciso di ricorrere al tribunale amministrativo per chiedere che venga annullata la delibera del consiglio comunale con la quale è stato approvato il “regolamento per l’esecuzione delle manomissioni e dei ripristini sui sedimi stradali e sulle aree comunali”, ritenendolo illegittimo. In pratica, facendo riferimento alla violazione di una direttiva ministeriale che riguarda le comunicazioni elettroniche, la Telecom contesta l’applicazione della tassa sugli scavi che comporterebbe per la compagnia un costo non trascurabile per ogni tipologia di lavoro su sede stradale per l’installazione delle linee telefoniche e altre infrastrutture. In tal senso, però, l’Arengo ha deciso di opporsi in giudizio ritenendo legittima la propria posizione. Ed in ballo ci sono somme non trascurabili se si pensa che, secondo l’input ‘più scavi, più paghi’, il regolamento in questione prevede il pagamento di una somma al Comune per tutti quei lavori e interventi di qualsiasi genere, privati o pubblici, che richiedano la manomissione del suolo e del sottosuolo pubblico (ad esempio gli scavi per inserire sotto la superficie stradale tubi, cavi e quant’altro) e che, quindi, comportino degrado per fondazioni stradali e pavimentazioni. Nello specifico, la tariffazione è di 20 euro al metro quadrato per la pavimentazione bituminosa (ovvero l’asfalto), mentre salirà a 150 euro al metro quadrato per la pavimentazione in pietra.