Nuova ondata di avvisi dell'Arengo per chi non ha pagato la tassa sui rifiuti
La caccia ai soldi per le tasse non pagate torna di attualità con l’invio in questi giorni, da parte dell’Arengo, di nuovi avvisi di accertamento che riguardano la tassa sui rifiuti non pagata nel periodo dal 2010 fino al 2014, per una cifra complessiva da recuperare che sfiora i 300 mila euro (268.489.82). Il lavoro del personale dell’Arengo preposto proprio ai controlli sul pagamento dei tributi ha individuato, dunque, una nuova ondata di mancati pagamenti dando il via libera all’ennesima spedizione di avvisi di accertamento.
Si tratta di un importo che, secondo le previsioni, potrebbe alla fine essere recuperato dal Comune in un triennio, con 134.500 euro che potrebbero rientrare quest’anno, 80.500 euro nel 2017 ed altri 53.489,82 nel 2018. Ma potrebbe trattarsi anche di somme destinate a finire nel già colmo calderone dei tributi comunali non pagati che nel corso di 10 anni è arrivato a superare gli 11 milioni di euro. Il termometro dello stato di salute economica degli ascolani, dunque, continua a segnare rosso, con evidenti difficoltà nel pagare le tasse dovute.
Lo dimostra proprio la tassa sui rifiuti, considerando che anche per la Tari dovuta per gli anni 2014 e 2015, si è già provveduto ad avviare l’attività di recupero di alcune somme non versate per denunce omesse o infedeli e si erano anche individuate nuove posizioni relative all’evasione della vecchia Tarsu emerse da precedenti controlli riguardanti gli anni 2009, 2010, 2012 e 2013. Il tutto per una cifra complessiva di 215.982,85 euro (tra interessi, tributo provinciale e spese di notifica) da recuperare. Una somma cui ora si aggiungono questi circa 300 mila euro non versati, ma secondo l’ente dovuti, sempre per la tassa sui rifiuti.
A questo punto, con l’arrivo a casa degli avvisi di accertamento, i cittadini individuati dovrebbero provvedere al pagamento degli importi dovuti entro sessanta giorni dalla notifica, dopodiché l’Ufficio tributi provvederà direttamente per la riscossione coattiva, senza riduzione della sanzione. In fase di resconto dell’operazione, gli uffici comunali provvederanno, quindi, alla rideterminazione degli accertamenti contabili sulla base degli effettivi versamenti eseguiti con sanzione ridotta ad un terzo per pagamenti effettuati entro i 60 giorni dalla notifica degli avvisi, e delle rettifiche o annullamenti che potranno intervenire a seguito della documentazione e dei chiarimenti che potranno essere forniti dai contribuenti a seguito dell’accertamento stesso. In ogni caso, l’aspetto più preoccupante che emerge è la tendenza che vede costantemente crescere il tasso di evasione o mancato pagamento dei tributi nel corso degli anni, a conferma di un’evidente situazione di difficoltà delle famiglie ascolane (escludendo i “furbetti”) a reggere l’urto della crisi.