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Operazione salvataggio della cinta muraria ascolana. Incarico all'Alma Mater di Bologna


Ad Ascoli, c’è il rischio che il passato possa paradossalmente “travolgere” il presente, con la necessità di mettere in sicurezza proprio quella antica cinta muraria che è elemento integrato nella città di tutti i giorni, quella dove pedoni e auto passano abitualmente. Da qui nasce la necessità, finora riposta in un’ipotesi progettuale, di concretizzare prima possibile quella che potremmo definire l’operazione “salvataggio della storica cinta muraria”. Con una cifra già a disposizione, attraverso il maxi-mutuo contratto dall’Arengo, di mezzo milione di euro e con sei mosse, urgenti e non più rinviabili, per salvare le storiche mura della città. Sei interventi, già programmati e inseriti nel Piano opere pubbliche dall’assessore Valentino Tega, che ora l’Amministrazione comunale si accinge a realizzare – passaggi propedeutici annessi - per evitare che la cinta muraria cittadina, con tanti anni sulle spalle e poca manutenzione, possa cedere da un momento all’altro.

La situazione, difatti, appare critica ormai da un po’ di tempo ed il passare degli anni rischia di rendere preoccupante lo stato delle mura, considerando che allo stato attuale il muro evidenzia alcune zone, sulle quali, risulta necessario eseguire interventi di ristrutturazione e risanamento a fronte di visibili segni di forte ammaloramento e con lesioni importanti.

Secondo il progetto di intervento, come detto, saranno sei le zone interessate dalla messa in sicurezza. La prima è quella di lungo Castellano–Sisto V all'incrocio con via Marsi e rua del Frantoio, in corrispondenza della zona sud del centro storico sulla sinistra del torrente Castellano. La seconda zona dove si interverrà, invece, è quella a valle di lungo Castellano – Sisto V ed a monte del complesso dell’ex Cereria, mentre il terzo intervento riguarderà via Ariosto (verso l’ex Sime), a circa 80 metri dall'innesto con piazza Matteotti, in corrispondenza della zona est del centro storico. Ed ancora, si interverrà sulle mura pure nel quartiere di Porta Cartara, immediatamente a monte della fine del ponte Cartaro, in direzione centro, sempre a sinistra rispetto al Castellano, così come i lavori riguarderanno la cinta muraria sul Colle dell'Annunziata vicino alla torre del Cucco, proprio in prossimità della Facoltà di architettura, laddove il sito si raggiunge percorrendo la scalinata che parte da viale della Rimembranza. Ultimo tratto murario a rischio, infine, quello sempre sul colle dell'Annunziata ma più a valle del precedente e, precisamente, a monte di via Mazzoni ed in prossimità dell'incrocio tra la stessa e viale della Rimembranza (ovvero verso la strada per Rosara).

A dettare l’esigenza di accelerare i tempi per intervenire sono gli stessi risultati dei sopralluoghi tecnici e delle relative indagini effettuate già nei mesi scorsi che evidenziano, come detto, forti segni di ammaloramento e perdita della struttura muraria con elementi scollegati dal muri, ma anche problemi di disgregazione della malta con danni notevoli.

Prima di poter partire con i lavori veri e propri, su esplicita richiesta della Soprintendenza per i beni architettonici, è stato affidato l’incarico agli esperti del Dipartimento di storia, culture e civiltà dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna per tutta una serie di analisi e sondaggi a livello archeologico. Sperando che la burocrazia non ci metta lo zampino.

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