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Ascoli e il terremoto, ecco vie e frazioni dove ci sono i palazzi inagibili o evacuati


Ad oggi sono più di duemila le richieste di sopralluogo e di verifiche su palazzi privati arrivare sulle scrivanie dell’Arengo. Il numero è sicuramente alto, ma in questo contesto ora si tratterà di capire quali e quanti saranno, realmente, gli edifici inagibili o sgomberati e transennati perché a rischio anche per la pubblica incolumità. Si tratterà anche di capire quante delle richieste risulteranno essere solo un logico e comprensibile effetto della psicosi da terremoto e del relativo timore di ritrovarsi in un’abitazione non troppo sicura, ma magari senza motivo. Infine, occorre anche valutare quella che, a fronte anche di piccoli danni o lesioni, rappresenta un’occasione di poter ottenere i previsti contributi per poter sistemare il proprio immobile, aldilà dei timori e degli effettivi rischi.

Se il dato delle 2000 richieste di sopralluogo da parte dei privati appare sicuramente consistente (pur considerando anche la presenza di alcune domande doppie, quindi con un abbassamento della cifra effettiva dei sopralluoghi richiesti), appare evidente come, nonostante tutti gli sforzi e l’impegno profuso dai tecnici dell’Arengo, sia necessario ancora diverso tempo per valutare l’impatto reale del sisma sulla città, nonostante il supporto garantito anche dall’Ordine degli ingegneri con i propri volontari. Ad oggi, sono circa 250 le verifiche effettuate, con ancora oltre mille richieste da evadere. E si attende l’arrivo anche dei tecnici della Protezione civile per poter integrare i sopralluoghi dando un aiuto importante in tal senso. Quello che, però, è un dato non trascurabile è che proprio su circa 250 controlli effettuati sono risultati a rischio, quindi sgomberati, transennati o dichiarati inagibili, più di 50 edifici. Ed a questo dato si aggiunge quello relativo agli sfollati nel capoluogo, ovvero a quelle 70 persone che, rimaste senza abitazione per inagibilità degli edifici, sono state trasferite temporaneamente in strutture o alloggi alternativi. Un numero cui si aggiungono anche coloro che, di fronte, ad una dichiarazione di inagibilità o ad una evacuazione, hanno trovato autonomamente una soluzione, magari appoggiandosi da parenti. Un quadro che ogni giorno vede aggiungersi, quasi come preoccupanti pennellate, nuove situazioni critiche.

La mappa degli edifici più colpiti

Quel che emerge, ricostruendo lo scenario post sisma a livello strutturale degli immobili privati attraverso le varie ordinanza, è che le zone sicuramente più colpite risultano il centro storico e le frazioni. La lista degli edifici evacuati e transennati è lunga.

Fotografando il centro storico, in questa fase, affiorano i casi di immobili a rischio in via delle Torri (in attesa che si proceda alla messa in sicurezza), in via XIX Settembre, in rua dei Serianni, in via San Giuliano, in via Trebbiani, in rua della Volpe, in rua Malatesta, in rua del Delfino, in rua del Teatro, in rua dei Serianni, in rua della Piazzarola, in rua del Picchio, in via Cardi, in via Volponi, in via delle Convertite, ma anche in via Pretoriana, in piazza Ventidio Basso e in più punti di corso Mazzini, sia in direzione ovest che all’altezza della sede ex Carisap.

Ma anche nei quartieri più periferici e nelle frazioni, le ordinanze si sono susseguite, da Monterocco a via Faiano e ancora viale Vellei, via Adriatico, via Napoli, viale Indipendenza, via 3 Ottobre, via dei Gelsomini, Villa Rendina e Monticelli (col grattacielo già a rischio), Castel Trosino, via delle Valli, Venagrande, Pianaccerro, Brecciarolo, Rosara, Talvacchia, Piagge, Pedana, Fonte di Campo, Vallevenere, Polesio, Torricchio di Lisciano e Pedana. Sperando che sia finita qui.

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