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Terremoto, ad Ascoli per edifici comunali e scuole già superati gli 800 mila euro

Andando a delineare un quadro dei danni subiti dall’Arengo a seguito del terremoto, per quel che riguarda i propri immobili, si è arrivati già a quantificare una cifra che va ben oltre gli 800 mila euro, considerando che solo per le scuole si sarebbero già previsti circa 600 mila euro di spesa. Ecco perché, pur procedendo nell’immediatezza su quelle situazioni che vengono ritenute assolutamente prioritarie, su molti altri interventi si attenderà di avere certezze sulle coperture finanziarie prima di muoversi con nuovi cantieri. Sia per quel che riguarda il discorso delle polizze assicurative che per i canali per ottenere i contributi per i danni derivanti dal sisma. L’elenco degli edifici comunali lesionati e, in diversi casi, evacuati, è sicuramente non trascurabile: si va dalla torre di palazzo dei Capitani, con l’intervento di cerchiaggio dopo alcuni giorni di divieto di accesso nell’edificio, all’ultima mazzata relativa all’impossibilità di utilizzare per alcuni giorni la sala della Vittoria della pinacoteca civica, ma anche la scalinata, gli uffici al piano terra come Urp (ufficio relazioni con il pubblico) e Protocollo e gli uffici del sindaco e del segretario generale. Un allarme ora rientrato dopo l'effettuazione degli interventi richiesti. In precedenza, il Comune si è ritrovato anche semi-sfrattato, con l’obbligata chiusura della palazzina sud all’interno del cortile, laddove erano ubicati gli uffici tributi ed economato, per lesioni non trascurabili. E si è dovuto pensare a dirottare i servizi in questione tra la sede della Quintana e l’edificio di via Giusti. Altro problema da risolvere subito, in fase di emergenza, quello dell’inagibilità di palazzo Colucci, con gli uffici tecnici comunali che, di colpo, si sono ritrovati senza una sede. Sede che poi è stata individuata nei locali del Pio istituto sacro cuore, in viale Vellei, laddove poco dopo l’accordo si è riscontrata un’inagibilità parziale da superare con interventi immediati (ora conclusi). E ancora, anche il Cup si è dovuto dare alla “fuga”, nel senso di un trasferimento-lampo, a causa dell’impossibilità dichiarata dai tecnici di poter restare al piano superiore del palazzo di piazza Roma dove si trova anche la sala Docens. Ed ecco che il Consorzio universitario ha dovuto trovare casa nei locali della Provincia in via Tornasacca, fortunatamente ad un canone concordato di soli 2000 euro all’anno per accordi pregressi. Intanto, ieri mattina, la Protezione civile ha esaminato la situazione al teatro Ventidio Basso non riscontrando alcun problema. In calendario anche un sopralluogo interno, dopo una prima ispezione esterna, alla torre di Santa Maria intervineas, per verificarne lo stato.

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