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Ascoli-Cesena dà alcune conferme: squadra solida, ma mancano gli assist per Cacia



Un pari "feriale" (0-0), tra Ascoli e Cesena, che serve soprattutto a mettere qualche punto fermo in una fase ancora embrionale di questa squadra che sta nascendo per la prima volta in un clima di tranquillità (terremoto a parte). Punti fermi che rappresentano i pilastri sui quali fondare la costruzione di un collettivo che potrebbe togliersi delle soddisfazioni.


TROPPE GARE IN POCHI GIORNI

Come premessa, nel giudicare l'ultima prestazione non fine a se stessa, ma come ulteriore tappa del percorso intrapreso, va detto che in questo momento si paga innanzitutto il prezzo di un tour de force che ha visto i bianconeri giocare troppe gare in pochissimi giorni e, perdipiù, senza strizzare l'occhiolino al tanto decantato turn over. Sono più o meno sempre gli stessi, infatti, gli uomini che mister Aglietti ha deciso di utilizzare.


Ma entriamo nel dettaglio tecnico-tattico per capire meglio quali siano i punti di forza e gli aspetti da migliorare di una squadra che, in ogni caso, è tosta e difficile da battere per tutti. E lo dimostrano i 7 punti finora intascati con una sola sconfitta in sei partite.


LA DIFESA REGGE L'URTO

Il primo punto fermo, aldilà di un comprensibile errore a partita che ci può stare, è proprio la tanto temuta tenuta difensiva. Quella difesa che, a conclusione del calciomercato, non lasciava dormire sonni tranquilli, almeno sulla carta, ai tifosi bianconeri. E che, di fatto, pur indicata da Aglietti come il reparto da cambiare, si è ripresentata ai nastri di partenza con quattro riconferme (Mengoni, Cinaglia, Almici e Pecorini). Ebbene, a parlare sono i numeri: quattro gol subìti in sei partite. Che altro dire? La solidità difensiva c'è. Aglietti, in questo senso ha fatto quadrare il cerchio, anche e soprattutto grazie a un pizzico di esperienza in più (col pilastro Augustyn), ma soprattutto ad una fase difensiva preparata collettivamente, con l'aiuto di tutti i reparti e con i giusti movimenti.


TANTA TECNICA AFFIANCATA - QUANDO SERVE - DA DINAMISMO

Nella fase offensiva, l'Ascoli di quest'anno è sicuramente una squadra che appare potenzialmente molto forte per il grande ed esteso bagaglio tecnico e di fantasia che passa attraverso i piedi di Cassata, Orsolini, Gatto e Jaadi sia sulle corsie esterne (senza dimenticare il dinamismo di Mignanelli) che sulla trequarti.

Fin troppa tecnica che, per assurdo, spesso richiede un riequilibrio in fase di interdizione e dinamismo che il mister ricerca - quando necessario - con l'innesto di Carpani (al posto di Hallberg) al fianco di Bianchi. Il secondo punto fermo, dunque, è la molteplicità di soluzioni offensive grazie alla grande tecnica individuale.


TROPPO INDIVIDUALISMO GIOVANILE: COSI' MANCA L'ULTIMO PASSAGGIO PER INNESCARE CACIA

E' chiaro che un bagaglio tecnico come quello dei bianconeri offre una serie di soluzioni importanti per sviluppare la manovra. Quello però che potrebbe essere un valore aggiunto, - e questo è al momento il vero punto critico che si deve registrare - si trasforma troppo spesso in un handicap quando l'eccessivo individualismo e virtuosismo dei forti giovani bianconeri va a penalizzare la fase di finalizzazione.

Basta rivedere ed analizzare tutte le partite finora giocate studiando quello che succede spesso negli ultimi venti metri, per capire quale sia, al momento, il nodo da sciogliere: troppo spesso i funamboli bianconeri della pedata cercano l'azione personale per poi concludere con tiri dalla distanza, rinunciando quasi sempre a dettare quell'ultimo passaggio che dovrebbe innescare il bomber Cacia. Un Cacia che giustamente, con Aglietti, si gira e collabora alla manovra anche andando incontro alla palla, ma che quasi mai, finora, è stato servito in corsa e non spalle alla porta, per poter finalizzare. E tutto ciò è dimostrato dal fatto che proprio i due gol finora segnati dall'attaccante sono figli di un penalty e di un colpo di testa per ribadire in rete un tiro dalla distanza di Carpani. Dunque, una tirata di orecchie va proprio agli esterni alti ed al più tecnico dei centrocampisti, ovvero Cassata, per l'eccessivo egoismo che - pur talvolta utile - rischia di vanificare tutta la consistenza del potenziale offensivo targato Cacia.

E' qui, sull'ultimo passaggio, quello degli ultimi venti metri, che bisogna lavorare per fare davvero il salto di qualità. E, in questo senso, potrebbe rivelarsi molto utile, nel momento in cui riuscirà a rimettersi in carreggiata, anche l'esperienza di Gigi Giorgi.








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